Ecommerce B2B: Dati Netcomm

Ecommerce B2B: dati Netcomm

L’Ecommerce b2b: i dati dello sviluppo del settore durante il periodo Covid 19.

Ma di cosa si tratta? Il periodo della Pandemia ha fatto emergere l’importanza delle vendite on line. Un punto della situazione di cosa non ha funzionato a pieno per fare tesoro dell’esperienza.

a cura di Massimiliano Faticoni

I dati della Ricerca di Netcomm

L’Ecommerce B2B secondo l’analisi eseguita da NETCOMM mette in evidenza l’andamento del comparto italiano, una prospettiva completa per capire i principali trend del fenomeno delle vendite On Line Business to Business.

La Sintesi

Ecco alcuni dati sintetizzati:

  • tre Aziende su quattro (fatturato > 2 milioni di euro) usano i canali digitali (era il 65% nel 2015)
  • il 52% delle aziende B2B con più di 20 milioni di euro ha un canale Ecommerce B2B attivo
  • + 10% di crescita rispetto a fine 2015

Il 40% delle aziende B2B ha un E-commerce proprio

il 18% vende con marketplace

Il 26% di aziende B2B non svolge attività di digital commerce (era il 37% nel 2015)

– Il 33% delle aziende buyer ha disposto rapporti commerciali con una ricerca online (solo marketing)

– il 18% lamenta difficoltà di integrazione con le applicazioni aziendali

– il 14% mancanza di competenze interne

– il 13% hanno avuto problemi di logistica

DICO LA MIA

Dai dati sintetici elencati si evince che lo scenario del commercio digitale B2B non risulta ancora maturo in Europa ma soprattutto per l’Italia. Infatti, la nostra situazione del settore ha connotati quasi ancora immaturi rispetto a quella degli Stati Uniti. Il fatto che è proprio negli Stati Uniti sono nati i primi Marketplace, sviluppandosi nel tempo, e la loro maturazione ha svolto un fattore determinante di vantaggio che poi ha portato ad una vera e propria maturazione nei servizi e nella logistica.

Sono due i fattori determinanti

Da quanto è emerso bisognerebbe lavorare su 2 fattori a mio modo di vedere:

  • difficoltà di integrazione con le applicazioni aziendali
  • mancanza di competenze

Il primo fa capo all’ interoperabilità dei sistemi sopratutto Software aziendali e ai conseguenti investimenti incompiuti ancora da pianificare per collegare il mondo aziendale gestionale al mondo digitale e ai canali preposti alle vendite on line. Molte aziende sono legate al proprio gestionale, magari obsoleto, o di un brand tradizionale non ancora completamente digitalizzato con personale abituato e formato superficialmente a livello digitale. D’altronde l’exploit, che ha avuto l’Ecommerce fino a poco tempo fa sottovalutato, e l’investimento di poche risorse economiche, fino a pochissimo tempo fa, ha creato poca reattività da reinvestire in competenze.

Il secondo fattore invece non è altro che la formazione sul Digitale che è collegato al punto precedente. La formazione è ancora scarsa, frammentaria e poco efficace negli addetti ai lavori che si devono occupare di Digitale e della sua continua trasformazione ed evoluzione. Anche qui, molto probabilmente le aziende più grandi investono ma non ancora il giusto tanto, mentre le PMI, alla sbarra per una serie di motivi economici e fiscali non hanno avuto la possibilità di investire.

Arrivando dal settore delle Telecomunicazioni e dell’Informatica trovo questo gap di formazione una analogia. La ragione è culturale molto probabilmente, che dipende d’altronde dal costante atteggiamento a livello centrale; il nostro Stato e di conseguenza anche le Aziende, hanno sempre avuto poco riguardo verso la Didattica, la scuola, e lo sviluppo della Cultura in generale, lasciando il compito all’auto formazione che ovviamente non risulta all’altezza del compito.

Credo invece, al contrario, che la Formazione a tutti i livelli e in tutti i settori sia alla base della qualificazione di un paese moderno, in modo che possa essere all’altezza delle sfide che la vita può offrire, e questo atteggiamento non può essere un opzional! Covid docet!